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Visualizzazione dei post da dicembre, 2013

oltre la paura della valutazione

partecipare ad un convegno   - organizzato da altri e senza un coinvolgimento nelle comunicazioni -   è sempre una bellissima occasione per rallentare, riposare, pensare allontanarsi per qualche ora dalle pressioni esterne. Poco importa se stasera la casella di posta sarà ricolma sono molto soddisfatto non sempre mi capita di partire con molte aspettative e rientrare a casa soddisfatto, oggi sì ho rivisto colleghe e colleghi, amiche e amici ho ascoltato riflessioni che avrebbero meritato ampi dibattiti ho viaggiato in treno senza accumulare ritardo il tema dell’incontro era la valutazione nei servizi educativi e, più in generale, nell’educazione; un tema complesso che, come molti oggi hanno sottolineato, “fa un po’ paura” e porta con sé molti pregiudizi e molte interferenze mi “porto via” quattro possibili riflessioni che spero di condividere con i miei colleghi genovesi : 1.      la valutazione come strumento di relazione con l’altro (Maria Grazia Riva) 2.     

nessuno stupore

mi sto sempre di più convincendo che insegnare (educare, condividere) creando stupore sia inutile, superfluo e si risolva in una perdita di tempo non dobbiamo inseguire un illusorio stupore ma una condizione di temperanza che possa concedere l'opportunità di sentire crescere qualcosa dentro di sé, di prendere progressivamente coscienza della possibilità la possibilità di sapere, di fare, di dare forma ai pensieri e alle cose, di stare insieme è stato gratificante stare vicino ad una collega così generosa è stato gratificante vedere la preoccupazione trasformarsi in fermezza e l'incertezza in proposta sto parlando di un laboratorio universitario appena concluso all'interno del corso di scienze pedagogiche e dell'educazione: 26 studentesse, 8 ore in presenza e 17 a distanza per un credito formativo universitario gil ingredienti del laboratorio sono quelli consueti: impegno, lavoro in gruppo, condivisione, ricerca, innovazione, passione, scoperta, competenza lo es

4 dicembre, ore 01:05

come ogni attesa, l'attesa finisce ed ecco il mio primo post, il primo post del mio blog per oggi, per questa prima notte, voglio solamente giustificare la scelta del nome ho immaginato il rumore di passi in arrivo, incessanti ma indecisi tra un evidente rumore e un silenzioso avvicinamento. è il segnale di una presenza di cui non si percepisce bene la fonte, la traiettoria e la forza. ma è una presenza percepibile, concreta e non evitabile. mi sono immaginato così il pensare pedagogico, la tensione pedagogica nei confronti della vita, delle cose della vita e delle persone da domani pomeriggio il blog inizierà a connettere e a rendere un po' più rumoroso il suo  calpestìo