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nessuno stupore

mi sto sempre di più convincendo che insegnare (educare, condividere) creando stupore sia inutile, superfluo e si risolva in una perdita di tempo
non dobbiamo inseguire un illusorio stupore ma una condizione di temperanza che possa concedere l'opportunità di sentire crescere qualcosa dentro di sé, di prendere progressivamente coscienza della possibilità
la possibilità di sapere, di fare, di dare forma ai pensieri e alle cose, di stare insieme
è stato gratificante stare vicino ad una collega così generosa
è stato gratificante vedere la preoccupazione trasformarsi in fermezza e l'incertezza in proposta

sto parlando di un laboratorio universitario appena concluso all'interno del corso di scienze pedagogiche e dell'educazione: 26 studentesse, 8 ore in presenza e 17 a distanza per un credito formativo universitario
gil ingredienti del laboratorio sono quelli consueti: impegno, lavoro in gruppo, condivisione, ricerca, innovazione, passione, scoperta, competenza

lo esplicito spesso nei miei corsi: il valore della fatica, l'etica della fatica
per sentire il peso delle nostre cose, dei nostri pensieri, delle cose e dei pensieri altrui
la fatica del tempo
la fatica della cura
la fatica dell'altro

troverete i prodotti delle studentesse nella pagina "esplosioni didattiche 1 TD&EA", il primo allestimento che mi piace condividere, un primo calpestio che incombe in fondo al corridoio

una di loro, nel suo primo lavoro individuale, consegnò una pagina bianca, una pagina bianca che preannunciava spazi liberi per un nuovo sapere (anziché denunciare un vuoto di idee), uno spazio bianco talmente ingenuo da diventare un video strabiliante!


Commenti

Unknown ha detto…
salve prof, finalmente ho trovato un po' di tempo per riprendere questo suo intervento e chiederle un parere (le avevo detto al termine dell'ultima lezione che l'avrei fatto, ma il tempi è sempre più tiranno).
Insegno a scuola (liceo da 8 anni e medie da 3) quella che per me non è solo una materia, ma anche la mia passione e parte fondamentale della mia stessa vita.
Ho la fortuna di vivere la musica non solo in classe ma facendo anche il musicista, cosa che mi ha permesso di viaggiare, conoscere luoghi e persone e di aprire il mio orizzonte (o almeno così mi sembra sia successo!) e ricordo benissimo quando è scattata la molla per fare questa scelta: ero in seconda media e ho ascoltato un brano di Bach. Confesso: sono stato colto dallo stupore e da quel momento tutte le volte che suono o insegno lo stupore è parte di quello che sto vivendo; certamente ora è uno stupore maturo, ho imparato a gestirlo e a girarlo a mio favore. La domanda è questa: è proprio così negativo lo stupore? Vedere un alunno che dopo qualche esperimento un po' imbranato riesce a ottenere una sequenza ordinata di suoni e notare lo stupore nei suoi occhi per me è uno stimolo a fargli scoprire ancora di più. Mi piacerebbe conoscere la sua idea al riguardo, la ringrazio! A presto ormai......
Davide Merello (PAS A031)

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e quando alla fine capisci che non succederà mai un poco ti dispiace...

la sensazione spesso è quella (ma non lo dico con compiacimento, giuro, spiace anche a me!) li vedi lavorare a lezione, nei gruppi, durante il laboratorio, ti sembra quasi di sentire il loro lavoro anche a distanza lavorano dopo e nonostante tu li abbia stroncati e incoraggiati, delusi e rincuorati, non per il voto, perché oramai sono andati oltre: ci credono credono che fare una cosa bella sia anche nelle loro possibilità e nel loro concetto di bellezza speri ci sia tutto quello che Renza (la loro prof!) e tu (io!) siete riusciti fargli "suonare dentro"... l'estetica, la didattica, l'educazione, l'amicizia, il voler bene alle cose che si fanno, la cura del dettaglio, l'importanza dell'idea, di un'idea... e in due giorni, in 40 minuti, tutto sembra svanire, tutto il lavoro di un mese sembra venire meno ti prepari carichi la pen-drive, esponi il merchandising, affiggi le locandine fai una bella esposizione corale ti applaudono ti apprezzano ...

non accontentarsi

a questo laboratorio non riesco a rinunciare! ogni anno organizzo per gli studenti della laurea triennale in scienze pedagogiche e dell'educazione il laboratorio "cinema ed educazione"(prevalentemente sono studenti del 2° e 3° anno) il programma varia ogni anno (film tematici, spezzoni utilizzati per presentare diversi modelli formativi, cartoni animati, cortometraggi...) e ogni anno varia anche il prodotto finale che richiedo loro in questa ultima edizione, che si è conclusa la scorsa settimana, ho chiesto loro la produzione di un cortometraggio i gruppi di lavoro sono stati creati casualmente avevano alcune parole chiave a disposizione potevano farsi aiutare da "esperti" avevano poco più di un mese a disposizione ...non era certo un'impresa facile, anzi... questi i risultati del loro lavoro Carlotta:  http://youtu.be/Etnnu1eiqLY (Beatrice Pardini, Corinne Scarso, Giuditta Trocino, Micol Costa, Barbara Bergonzini, Sharon Amore)  A tutto volo...

rosso come il cielo

ormai è una specie di appuntamento, un momento di incontro che si rinnova tacitamente ogni anno nonostante la produzione cinematografica mi consenta di utilizzare con sistematicità nuovi materiali, nuove scene, nuovi spezzoni con i quali confrontarmi con le studentesse e gli studenti...non resisto alla tentazione è evidentemente una mia necessità. nel laboratorio "cinema ed educazione"  Rosso come il cielo ci deve essere http://it.wikipedia.org/wiki/Rosso_come_il_cielo  (avete visto quanti premi ha vinto?) non solo perché è una bella storia; non solo perché riesce a conquistarti e convincerti nonostante alcune forzature ed evidenti esagerazioni; non solo perché Genova fa capolino io, anche oggi - anche in questa edizione del laboratorio, ho condiviso il film con le studentesse perché confido che la sua forza espressiva possa far mancare per un attimo il fiato; possa far venire la voglia di andare a visitare "dialogo nel buio" ( http://www.dialogonelbuio.geno...