partecipare ad un convegno
- organizzato da altri e senza un coinvolgimento nelle comunicazioni
- è sempre una bellissima occasione per
rallentare, riposare, pensare allontanarsi per qualche ora dalle pressioni
esterne. Poco importa se stasera la casella di posta sarà ricolma
sono molto soddisfatto
non sempre mi capita di partire con molte aspettative e
rientrare a casa soddisfatto, oggi sì
ho rivisto colleghe e colleghi, amiche e amici
ho ascoltato riflessioni che avrebbero meritato ampi
dibattiti
ho viaggiato in treno senza accumulare ritardo
il tema dell’incontro era la valutazione nei servizi
educativi e, più in generale, nell’educazione; un tema complesso che, come
molti oggi hanno sottolineato, “fa un po’ paura” e porta con sé molti
pregiudizi e molte interferenze
mi “porto via” quattro possibili riflessioni che spero di
condividere con i miei colleghi genovesi :
1.
la valutazione come strumento di relazione con
l’altro (Maria Grazia Riva)
2.
la valutazione come forma di tutela degli
educatori (Viviana Vinci)
3.
la valutazione come tentativo di «trovare le
parole per dire il lavoro educativo» (Jole Orsenigo)
4.
la valutazione intesa come itinerario di ricerca
(Loredana Perla)
ognuno di questi quattro temi porta in sé sviluppi,
deviazioni o approfondimenti ma, in tutti, ritrovo come comune denominatore la
tensione per la valutazione come occasione di esplicitazione di un sapere
pedagogico e di pratiche che rendono possibile, vera e veritiera una relazione
tra uomini e donne, organizzata in strutture intergenerazionali e finalizzata
alla migliore qualità di vita possibile.
Insomma, una sfida utile!
questo il link del convegno: http://www.unimib.it/open/eventi/Oltre-la-paura-della-valutazione-La-valutazione-come-strumento-per-dire-il-lavoro-pedagogico-dei-Servizi-Educativi-per-lAdolescenza/9131270358567865841
nella foto sopra, da sinistra: Maria Grazia Riva (docente di
Pedagogia Generale II e Consulenza clinica nella formazione alla Milano-Bicocca,
organizzatissima e deliziosa padrona di casa), Elisabetta Biffi (che ho avuto
modo di apprezzare ad ottobre al convegno SIPED 2013 con la brillantissima
sintesi di una sessione di lavoro) e Claudia Pavan (dottoranda di ricerca;
conobbi lei e Daniele Sartori - altro “bravissimo dottore di ricerca - in uno dei miei primi convegni nazionali,
Macerata 2011).
la visita milanese mi ha consentito anche di incontrare Andrea,
futuro pedagogista, uno studente genovese “migrato” a Milano alla
ricerca di nuovi saperi. La sua presenza a Milano mi induce due pensieri: il
primo – un senso di colpa per non riuscire ad offrire agli studenti dei nostri
corsi una laurea magistrale robusta e professionalizzante (ma ci stiamo
lavorando!); il secondo –invidia: è così bello, gratificante e sorprendente
incontrare professori nuovi (che magari avevi già studiato e che ora “vedi”,
scoprendo addirittura che sono persone reali); aule nuove, città nuova, spazi
nuovi, compagni e compagne nuove.
In ultimo, ho conosciuto Laura Villa: non è più solo un bel
libro di un blu intenso ma una educatrice appassionata in grado di prendere
decisioni al limite della ragionevolezza!
Commenti
Riguardo al convegno non ho da aggiungere altro, sei stato sicuramente più capace te di esprimerti (quando mi è stato chiesto un parere il giorno dopo non ho detto più di tanto :D).
Mi piacerebbe soffermarmi sui tuoi due pensieri...
Riguardo il primo, non so se è colpa della facoltà di Genova ... la triennale è stupenda e se potessi tornare indietro rifarei tutto, il problema che dovrebbe porsi però quel corso è riguardo la magistrale, (ma in tutta Italia) dove vengono inseriti obbligatori gli esami a scelta non voluti sostenere nel corso della triennale. Penso che in tutte le città, chi ha la possibilità di spostarsi dopo la triennale, deve cogliere l'occasione di spostarsi, non perchè faccia schifo la triennale, ma per , come hai detto tu, cambiare aule, spazi, compagni, città.. ma probabilmente, ogni scelta di cambiamento è personale e io porto solo una piccola parte di tutti gli abbandoni o cambi universitari nel nostro campo.
Personalmente sono orgoglioso della triennale, ma altrettanto orgoglioso di non aver fatto la magistrale a Genova e aver provato un'esperienza che consiglio a tutti.
Mi spiace se sono andato off topic probabilmente; il post riguardava principalmente il convengo al quale ho partecipato solo per tre orette.
Un grosso in bocca al lupo per tutto
Andrea D.T.