Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da 2014

Loris da grande farà il riavvolgitore di nastri.

nella mia idea di <pedagogico> c'è anche questo, ci sono tutte queste cose: la capacità di cogliere la casualità, la scelta di lasciarsi attraversare dai ricordi, l'incontro puro con qualcuno che ci apre la porta (la pedagogia è raccogliere e accogliere, è storia e memoria, sono io e sono gli altri) mentre varcavo il cancelletto ed iniziavo a scendere le scalette per andare nella sala giochi (ma vi giuro che è qualcosa di più di una sala giochi) di una bellissima casetta di una bellissima famiglia di amici, non avrei davvero pensato di tornare indietro di venticinque-trentanni sapevo cosa mi aspettava ma forse non ero pronto (o non volevo esserlo ;-) sono arrivato in fondo e ho ritrovato questi bambini c'era il campo verde, c'era Andrea e c'era Alberto, c'erano le squadre ordinate nel mobile, i palloni che si spaccavano a metà quando cadevano per terra producendo quel rumore sordo che fanno le cose che si rompono, c'era la colla di

e quando alla fine capisci che non succederà mai un poco ti dispiace...

la sensazione spesso è quella (ma non lo dico con compiacimento, giuro, spiace anche a me!) li vedi lavorare a lezione, nei gruppi, durante il laboratorio, ti sembra quasi di sentire il loro lavoro anche a distanza lavorano dopo e nonostante tu li abbia stroncati e incoraggiati, delusi e rincuorati, non per il voto, perché oramai sono andati oltre: ci credono credono che fare una cosa bella sia anche nelle loro possibilità e nel loro concetto di bellezza speri ci sia tutto quello che Renza (la loro prof!) e tu (io!) siete riusciti fargli "suonare dentro"... l'estetica, la didattica, l'educazione, l'amicizia, il voler bene alle cose che si fanno, la cura del dettaglio, l'importanza dell'idea, di un'idea... e in due giorni, in 40 minuti, tutto sembra svanire, tutto il lavoro di un mese sembra venire meno ti prepari carichi la pen-drive, esponi il merchandising, affiggi le locandine fai una bella esposizione corale ti applaudono ti apprezzano

ma première fois...

ormai ci dovrei essere abituato... le cose accadono, punto e basta non puoi sempre pianificarle, prevederle, desiderarle... forse basta solo aspettarle e prima o poi accadono il 25 settembre il mio collega e amico francese Michel Floro mi invita formalmente a nome dell'Observatoire des Quartiers Sud de Marseille a tenere un seminario presso di loro a Marsiglia.... ... ... e l'11 novembre parto alla volta di Aix-en-Provence...direzione Institut Universitaire de Formation des Maitres de l'académie.... e così è cominciata la mia prima esperienza francese...che mi ha regalato: a) una cena in famiglia Floro (con annessi studenti svizzeri e svedesi e con piatti deliziosi!) b) una lezione di master che mi ha fatto capire la differenza tra una lezione preparata ed una improvvisata c) un seminario (il mio seminario "Quand le territoire fait l'école") che mi ha impegnato come non mai.....che fatica e che bellezza pensare (pur se non benissimo)

opportunità e dono

oggi mi regalo una foto che ha un significato particolare è  un esempio la scoperta di un talento una porzione di ascolto che ci fa scoprire desideri e passioni un esercizio creativo a supporto del pensiero pedagogico ringrazio di cuore Valentina Mazza, studentessa del laboratorio di "didattica degli eventi culturali" per avermi regalato una sua foto, per averla condivisa con i suoi compagni e compagne di corso, per averla usata nei suoi progetti...non esiste voto in trentesimi che possa rendere giustizia la fotografa è Valentina Mazza la modella è Chiara Savio il sito internet di Valentina è  http://attimieterni.blogspot.it/

"nel buio"...conoscersi!

potrebbe essere confusa con un bieco tentativo di risultare accattivante o alternativo ma la scelta di dedicare un momento informale e sereno agli studenti del corso di progettazione è un bisogno che devo soddisfare lo scorso anno eravamo andati a vedere la bellissima mostra di Steve McCurry http://www.palazzoducale.genova.it/naviga.asp?pagina=78786 quest'anno, il giorno dopo l'ultima lezione, mi sono "dato appuntamento fuori"... un bellissimo appuntamento "al buio" http://www.dialogonelbuio.genova.it ho scelto la visita a "dialogo nel buio" per molti motivi. vorrei condividerne due: per sostenere le attività dell'istituto chiossone e della cooperativa solidarietà e lavoro perché avevo bisogno di lasciare ai miei studenti del secondo anno un'emozione forte, quasi estrema per certi versi. la sensazione dello smarrimento, della fiducia, del perdersi e del ritrovarsi, della scoperta. ero alla ricerca di una esperienza educativa come

regole e coccole (cit.)

doveva essere una giornata "non normale" ed invece la "normalità" è stata talmente esasperata da risultare perfetta non avevo idea di cosa aspettarmi: era un giornata di studio in ricordo di Enzo Catarsi ("l'infanzia nella pedagogia di Enzo Catarsi" , professore dell'università di Firenze scomparso in modo tragico lo scorso agosto, e scorrendo i nomi degli ospiti e dei relatori sembrava essere quasi un convegno scientifico ma non avevo idea di cosa avrei realmente incontrato: storie, racconti, modelli, aneddoti, canzoni, teorie, ricordi di amici e colleghi, speranza, fotografie, moltissimi appunti e tanta pedagogia e poi..."regole e coccole". così citava uno striscione dei suoi studenti il giorno del suo funerale... non saprei come altrimenti commentare... c'è già tutto compresso dentro (e uso proprio compresso e non compreso, non è un errore di battitura). torno da Firenze con il cuore leggero, intriso di infanzia, di pedagog

al lavoro in una giornata dal cielo azzurro e dopo i pensieri di una passeggiata notturna dal cielo scuro

I lavori del Seminario Nazionale "Educatori e Pedagogisti tra formazione e lavoro. Riflessioni a partire dalla Legge 4/2013" sono cominciati... Tento ugualmente, senza distrarmi, di condividere alcuni pensieri Ho postato due immagini notturne di Lecce. passeggiare da soli genera grandi benefici: il silenzio (nonostante i suoni delle vie e delle piazze), il pensiero e il ricordo (di chi vorresti lì con te). Sto vivendo con grande entusiasmo e responsabilità questa trasferta pugliese, mi sento partecipe di una comunità pedagogica "in movimento" e pensare, prima ancora dell'azione, è l'ingrediente che può attivare grandi cambiamenti. ci credo E adesso al lavoro... siamo impegnati in una importante azione culturale per il riconoscimento delle professioni educative. Siamo motivati, curiosi, determinati. Grazie Silvana e Giuseppe !

immagini di due facce di due medaglie diverse

il post di questa settimana ruota intorno a tre immagini nella prima, Fujhika presenta, utilizzando immagini e rappresentazioni grafiche, una sintesi di tre modelli di progettazione educativa nella seconda,  Lucia presenta il Piano Sociale Integrato Regionale 2013-2015 della Regione Liguria (che sino a tre giorni prima non sapeva nemmeno esistesse) nella terza, un <quartetto anonimo> certifica lo studio in gruppo nel primo vero sole di marzo nella nostra città (si vedono chiaramente i testi di Brandani, Tomisich e di Leone, Prezza) in fondo, questa è un po' una parte della mia idea di università: studenti che "ci sono", che sono partecipiti del loro percorso in molte forme: fanno lezione, guidano l'insegnante, creano continuità relazionale e di scambio studenti che pensano oltre lo studio studenti che pensano all'università oltre l'edificio studenti che "attraversano" la fatica delle sfide (fare una breve lezione con po

secondo semestre

questa settimana sono iniziate le lezioni del secondo semestre. su un social network uno studente, iscritto al nostro corso di laurea, lunedì mattina ha scritto "oggi è il mio ultimo primo giorno di scuola" io mi sono ulteriormente sentito autorizzato ad essere felicemente preoccupato felice, perché anche io iniziavo i miei nuovi (non ultimi, spero) primi giorni di scuola preoccupato, perché anche io iniziavo i miei nuovi (non ultimi, spero) primi giorni di scuola non so quale delle due condizioni prevalga, o quale sia la radice, ma il senso di dovere che le attraversa entrambe è comune denominatore invadente: essere, prima di tutto, una buona persona essere all'altezza del compito richiesto sostenere lo sguardo - in attesa - di 134 studenti (68 del corso di 'progettazione e valutazione educativa' e 46 di ' metodologia della ricerca educativa') essere 'per tutti': ascoltare e parlare, chiedere e rispondere percepire (e vedere) che stanno

Entusiasmi e… risonanze (dedicate a Dario Fortin)

Venerdì 31 gennaio ho avuto il piacere di partecipare al Convegno Nazionale “Educazione Professionale tra azione e formazione. Università e territorio si incontrano” (Rovereto, TN), organizzato dal Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive dell’ Università di Trento. Link dell’evento:  http://events.unitn.it/mappesnazionale-2014 Ho avuto l’opportunità di ascoltare e conoscere importanti docenti ed esperti, educatori professionali, studenti che fanno dell’educazione professionale una forma di essere, di esistere, di relazione superando i confini del lavoro e dell’occupazione. È un privilegio delle professioni educative che non sempre si è in grado di esprime e testimoniare. A Rovereto ho colto questo spirito: nelle relazioni “accademiche”, negli interventi al dibattito, nel chiacchiericcio durante lo street food , nella sezione poster (vedi dopo!), durante i workshop. Con le colleghe Valentina Pennazio ed Antonella Lotti rientriamo a Genova motivati e coin