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"nel buio"...conoscersi!

potrebbe essere confusa con un bieco tentativo di risultare accattivante o alternativo ma la scelta di dedicare un momento informale e sereno agli studenti del corso di progettazione è un bisogno che devo soddisfare

lo scorso anno eravamo andati a vedere la bellissima mostra di Steve McCurry
http://www.palazzoducale.genova.it/naviga.asp?pagina=78786

quest'anno, il giorno dopo l'ultima lezione, mi sono "dato appuntamento fuori"... un bellissimo appuntamento "al buio"

http://www.dialogonelbuio.genova.it

ho scelto la visita a "dialogo nel buio" per molti motivi. vorrei condividerne due:
per sostenere le attività dell'istituto chiossone e della cooperativa solidarietà e lavoro
perché avevo bisogno di lasciare ai miei studenti del secondo anno un'emozione forte, quasi estrema per certi versi. la sensazione dello smarrimento, della fiducia, del perdersi e del ritrovarsi, della scoperta. ero alla ricerca di una esperienza educativa come questa.

alla fine della visita sarei andato... una ad una... a chiedere qualcosa, un commento, una paura... ma temevo di fare di nuovo il prof...

spero possa divenire -per tutte le ragazze che hanno partecipato- un buon ricordo (avrei voluto fare il giro con ogni gruppo... condividere con voi lo stesso buio... mi sono accontentato di vedervi partire, di fotografarvi poco prima della "discesa al buio" per trattenervi un po'...)


il gruppo 2 pronto a partire... (sembrano brave ragazze....)



il gruppo 3 pronto a partire... (e qui ci sono anche Noemi e Aida... le "mie" estudiantes Erasmus)


il gruppo 1 appena "risalito alla luce" (le 7 fanciulle alla mia sinistra) e il gruppo 4 pronto a partire... (con qualche gradita "intrusa")


la risalita... e gli occhi vengono quasi feriti dalla luce...


non mi resta che ringraziarvi, tanto , di cuore.... (e lo ribadisco, mi sono divertito moltissimo a salire, viaggiare e scendere da un autobus al buio! ...ma solo per 45 minuti...)

Commenti

Unknown ha detto…
Esperienza davvero unica nel suo genere! Sono arrivata all'appuntamento non sapendo bene cosa aspettarmi da questa "gita" di fine corso ma, passati i primi minuti di spaesamento nel buio assoluto, ho provato, seppur per breve tempo, a "vedere il mondo con occhi diversi"!. E' stata un'esperienza davvero molto significativa e, per questo, mi sento di invitare tutti a provare almeno una volta a "dialogare nel buio". Grazie per la bella esperienza.
Unknown ha detto…
Mi spiace non aver partecipato a questa bella esperienza a chiusura di questo nostro corso per me di crescita personale e di stimolo per andare avanti...
Grazie Prof. e grazie alle mie compagne di viaggio in particolare a Cami che mi ha "adottata".... ;-)
Unknown ha detto…
Condividiamo pienamente il commento di Camilla, aggiungendo che per noi è stata un'avventura bellissima a tratti divertente e a tratti commovente.

Personalmente questa esperienza mi ha fatto capire quanto sia importante immedesimarsi nella vita degli altri per cercare il più possibile di capirli realmente. Bisognerebbe imparare a guardare con l'anima e non con gli occhi. (Debora)

Mi sento di dire che questa esperienza è stata particolarmente significativa non solo perchè ho avuto l'opportunità di imparare a "guardare" il mondo con altri occhi, ma anche perchè, e per questo la ringrazio, ci ha dato modo di vedere un aspetto dell'università che in due anni di corso nessuno di noi aveva avuto l'opportunità di vivere. (Elisa)

Concludiamo ringraziandola nuovamente. Esperienza consigliatissima che proporremo in particolar modo ai nostri bimbi del centro estivo.

Debora Ferrero ed Elisa Mantero
Anonimo ha detto…
È un'esperienza che non dimenticherò mai. Sapevo che le persone cieche fossero deboli, ma non pensavo così deboli, sapevo che queste persone fossero forti, ma non immaginavo la dimensione di questa forza!!!!! I disabili sono la particolarità del nostro mondo e bisogna custodirli perché ognuno di loro è irripetibile! Ognuno di loro ci è Maestro! Kristina Mamayusupova

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e quando alla fine capisci che non succederà mai un poco ti dispiace...

la sensazione spesso è quella (ma non lo dico con compiacimento, giuro, spiace anche a me!) li vedi lavorare a lezione, nei gruppi, durante il laboratorio, ti sembra quasi di sentire il loro lavoro anche a distanza lavorano dopo e nonostante tu li abbia stroncati e incoraggiati, delusi e rincuorati, non per il voto, perché oramai sono andati oltre: ci credono credono che fare una cosa bella sia anche nelle loro possibilità e nel loro concetto di bellezza speri ci sia tutto quello che Renza (la loro prof!) e tu (io!) siete riusciti fargli "suonare dentro"... l'estetica, la didattica, l'educazione, l'amicizia, il voler bene alle cose che si fanno, la cura del dettaglio, l'importanza dell'idea, di un'idea... e in due giorni, in 40 minuti, tutto sembra svanire, tutto il lavoro di un mese sembra venire meno ti prepari carichi la pen-drive, esponi il merchandising, affiggi le locandine fai una bella esposizione corale ti applaudono ti apprezzano

Loris da grande farà il riavvolgitore di nastri.

nella mia idea di <pedagogico> c'è anche questo, ci sono tutte queste cose: la capacità di cogliere la casualità, la scelta di lasciarsi attraversare dai ricordi, l'incontro puro con qualcuno che ci apre la porta (la pedagogia è raccogliere e accogliere, è storia e memoria, sono io e sono gli altri) mentre varcavo il cancelletto ed iniziavo a scendere le scalette per andare nella sala giochi (ma vi giuro che è qualcosa di più di una sala giochi) di una bellissima casetta di una bellissima famiglia di amici, non avrei davvero pensato di tornare indietro di venticinque-trentanni sapevo cosa mi aspettava ma forse non ero pronto (o non volevo esserlo ;-) sono arrivato in fondo e ho ritrovato questi bambini c'era il campo verde, c'era Andrea e c'era Alberto, c'erano le squadre ordinate nel mobile, i palloni che si spaccavano a metà quando cadevano per terra producendo quel rumore sordo che fanno le cose che si rompono, c'era la colla di

nessuno stupore

mi sto sempre di più convincendo che insegnare (educare, condividere) creando stupore sia inutile, superfluo e si risolva in una perdita di tempo non dobbiamo inseguire un illusorio stupore ma una condizione di temperanza che possa concedere l'opportunità di sentire crescere qualcosa dentro di sé, di prendere progressivamente coscienza della possibilità la possibilità di sapere, di fare, di dare forma ai pensieri e alle cose, di stare insieme è stato gratificante stare vicino ad una collega così generosa è stato gratificante vedere la preoccupazione trasformarsi in fermezza e l'incertezza in proposta sto parlando di un laboratorio universitario appena concluso all'interno del corso di scienze pedagogiche e dell'educazione: 26 studentesse, 8 ore in presenza e 17 a distanza per un credito formativo universitario gil ingredienti del laboratorio sono quelli consueti: impegno, lavoro in gruppo, condivisione, ricerca, innovazione, passione, scoperta, competenza lo es