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ma première fois...

ormai ci dovrei essere abituato... le cose accadono, punto e basta
non puoi sempre pianificarle, prevederle, desiderarle... forse basta solo aspettarle e prima o poi accadono

il 25 settembre il mio collega e amico francese Michel Floro mi invita formalmente a nome dell'Observatoire des Quartiers Sud de Marseille a tenere un seminario presso di loro a Marsiglia....
...
...
e l'11 novembre parto alla volta di Aix-en-Provence...direzione Institut Universitaire de Formation des Maitres de l'académie....




e così è cominciata la mia prima esperienza francese...che mi ha regalato:
a) una cena in famiglia Floro (con annessi studenti svizzeri e svedesi e con piatti deliziosi!)
b) una lezione di master che mi ha fatto capire la differenza tra una lezione preparata ed una improvvisata
c) un seminario (il mio seminario "Quand le territoire fait l'école") che mi ha impegnato come non mai.....che fatica e che bellezza pensare (pur se non benissimo) in francese...




d) l'incontro con insegnanti e studenti del Gabon, del Togo, del Burkina-Faso...tutti posti dove l'educazione e la scuola "sono una cosa seria"
e) l'incontro con "militanti" delle associazioni dei Quartiers Sud de Marseille che credono ancora in un mondo diverso
f) una lezione-riunione di ricerca in una torrefazione incantevole con Michel e Jean-Luc Fauguet...dove ascoltare senza dover per forza dire qualcosa è il preludio all'apprendimento!

torno a casa con i compiti delle "vacanze"......un progetto Erasmus+ ci aspetta.....Genova ed Aix-en-Provence al lavoro: per i nostri territori, per le nostre scuole, per i nostri insegnanti, per i nostri studenti, per la nostra amicizia...mi piace!


ps....e poi la trilogia di JJ. Izzo, la casa della fonduta, i calissons di Aix...

Commenti

pauleymacera ha detto…
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e quando alla fine capisci che non succederà mai un poco ti dispiace...

la sensazione spesso è quella (ma non lo dico con compiacimento, giuro, spiace anche a me!) li vedi lavorare a lezione, nei gruppi, durante il laboratorio, ti sembra quasi di sentire il loro lavoro anche a distanza lavorano dopo e nonostante tu li abbia stroncati e incoraggiati, delusi e rincuorati, non per il voto, perché oramai sono andati oltre: ci credono credono che fare una cosa bella sia anche nelle loro possibilità e nel loro concetto di bellezza speri ci sia tutto quello che Renza (la loro prof!) e tu (io!) siete riusciti fargli "suonare dentro"... l'estetica, la didattica, l'educazione, l'amicizia, il voler bene alle cose che si fanno, la cura del dettaglio, l'importanza dell'idea, di un'idea... e in due giorni, in 40 minuti, tutto sembra svanire, tutto il lavoro di un mese sembra venire meno ti prepari carichi la pen-drive, esponi il merchandising, affiggi le locandine fai una bella esposizione corale ti applaudono ti apprezzano

Loris da grande farà il riavvolgitore di nastri.

nella mia idea di <pedagogico> c'è anche questo, ci sono tutte queste cose: la capacità di cogliere la casualità, la scelta di lasciarsi attraversare dai ricordi, l'incontro puro con qualcuno che ci apre la porta (la pedagogia è raccogliere e accogliere, è storia e memoria, sono io e sono gli altri) mentre varcavo il cancelletto ed iniziavo a scendere le scalette per andare nella sala giochi (ma vi giuro che è qualcosa di più di una sala giochi) di una bellissima casetta di una bellissima famiglia di amici, non avrei davvero pensato di tornare indietro di venticinque-trentanni sapevo cosa mi aspettava ma forse non ero pronto (o non volevo esserlo ;-) sono arrivato in fondo e ho ritrovato questi bambini c'era il campo verde, c'era Andrea e c'era Alberto, c'erano le squadre ordinate nel mobile, i palloni che si spaccavano a metà quando cadevano per terra producendo quel rumore sordo che fanno le cose che si rompono, c'era la colla di

nessuno stupore

mi sto sempre di più convincendo che insegnare (educare, condividere) creando stupore sia inutile, superfluo e si risolva in una perdita di tempo non dobbiamo inseguire un illusorio stupore ma una condizione di temperanza che possa concedere l'opportunità di sentire crescere qualcosa dentro di sé, di prendere progressivamente coscienza della possibilità la possibilità di sapere, di fare, di dare forma ai pensieri e alle cose, di stare insieme è stato gratificante stare vicino ad una collega così generosa è stato gratificante vedere la preoccupazione trasformarsi in fermezza e l'incertezza in proposta sto parlando di un laboratorio universitario appena concluso all'interno del corso di scienze pedagogiche e dell'educazione: 26 studentesse, 8 ore in presenza e 17 a distanza per un credito formativo universitario gil ingredienti del laboratorio sono quelli consueti: impegno, lavoro in gruppo, condivisione, ricerca, innovazione, passione, scoperta, competenza lo es