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immagini di due facce di due medaglie diverse

il post di questa settimana ruota intorno a tre immagini

nella prima, Fujhika presenta, utilizzando immagini e rappresentazioni grafiche, una sintesi di tre modelli di progettazione educativa


nella seconda,  Lucia presenta il Piano Sociale Integrato Regionale 2013-2015 della Regione Liguria (che sino a tre giorni prima non sapeva nemmeno esistesse)



nella terza, un <quartetto anonimo> certifica lo studio in gruppo nel primo vero sole di marzo nella nostra città (si vedono chiaramente i testi di Brandani, Tomisich e di Leone, Prezza)


in fondo, questa è un po' una parte della mia idea di università: studenti che "ci sono", che sono partecipiti del loro percorso in molte forme: fanno lezione, guidano l'insegnante, creano continuità relazionale e di scambio

studenti che pensano oltre lo studio
studenti che pensano all'università oltre l'edificio
studenti che "attraversano" la fatica delle sfide (fare una breve lezione con pochi giorni di preavviso oppure utilizzare i social network per comunicare con i loro docenti, per raccontarsi)

non può essere solo questa, non può essere solo così, ma questa parte... mi piace proprio!

Commenti

Unknown ha detto…
L'università non può essere solo quest'ultima parte da lei descritta,perché spesso e nella maggior parte dei casi, l'università chiede a noi studenti l'opposto: essere studenti che pensino solo allo studio e nello studio (non oltre) ; essere studenti che pensino all'università nell'università, e che oltre all'edificio pensino ad essa studiando; essere studenti con un'unica sfida da superare, l'esame. Se tutti proponessero un'università più attiva,stimolante e partecipativa, noi studenti faremmo sentire maggiormente la nostra presenza. Invece spesso accade che lo studente non c è, se non fisicamente, ma a non esserci è anche il professore. Forse noi studenti non ci siamo perché il nostro pensiero va oltre, nonostante si trovi davati ad un pensiero, come quello di un professore che spiega la sua lezione, che vuole il nostro conforme al suo. Ma il pensiero è libero e rimane tale. Forse...

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e quando alla fine capisci che non succederà mai un poco ti dispiace...

la sensazione spesso è quella (ma non lo dico con compiacimento, giuro, spiace anche a me!) li vedi lavorare a lezione, nei gruppi, durante il laboratorio, ti sembra quasi di sentire il loro lavoro anche a distanza lavorano dopo e nonostante tu li abbia stroncati e incoraggiati, delusi e rincuorati, non per il voto, perché oramai sono andati oltre: ci credono credono che fare una cosa bella sia anche nelle loro possibilità e nel loro concetto di bellezza speri ci sia tutto quello che Renza (la loro prof!) e tu (io!) siete riusciti fargli "suonare dentro"... l'estetica, la didattica, l'educazione, l'amicizia, il voler bene alle cose che si fanno, la cura del dettaglio, l'importanza dell'idea, di un'idea... e in due giorni, in 40 minuti, tutto sembra svanire, tutto il lavoro di un mese sembra venire meno ti prepari carichi la pen-drive, esponi il merchandising, affiggi le locandine fai una bella esposizione corale ti applaudono ti apprezzano ...

non accontentarsi

a questo laboratorio non riesco a rinunciare! ogni anno organizzo per gli studenti della laurea triennale in scienze pedagogiche e dell'educazione il laboratorio "cinema ed educazione"(prevalentemente sono studenti del 2° e 3° anno) il programma varia ogni anno (film tematici, spezzoni utilizzati per presentare diversi modelli formativi, cartoni animati, cortometraggi...) e ogni anno varia anche il prodotto finale che richiedo loro in questa ultima edizione, che si è conclusa la scorsa settimana, ho chiesto loro la produzione di un cortometraggio i gruppi di lavoro sono stati creati casualmente avevano alcune parole chiave a disposizione potevano farsi aiutare da "esperti" avevano poco più di un mese a disposizione ...non era certo un'impresa facile, anzi... questi i risultati del loro lavoro Carlotta:  http://youtu.be/Etnnu1eiqLY (Beatrice Pardini, Corinne Scarso, Giuditta Trocino, Micol Costa, Barbara Bergonzini, Sharon Amore)  A tutto volo...

rosso come il cielo

ormai è una specie di appuntamento, un momento di incontro che si rinnova tacitamente ogni anno nonostante la produzione cinematografica mi consenta di utilizzare con sistematicità nuovi materiali, nuove scene, nuovi spezzoni con i quali confrontarmi con le studentesse e gli studenti...non resisto alla tentazione è evidentemente una mia necessità. nel laboratorio "cinema ed educazione"  Rosso come il cielo ci deve essere http://it.wikipedia.org/wiki/Rosso_come_il_cielo  (avete visto quanti premi ha vinto?) non solo perché è una bella storia; non solo perché riesce a conquistarti e convincerti nonostante alcune forzature ed evidenti esagerazioni; non solo perché Genova fa capolino io, anche oggi - anche in questa edizione del laboratorio, ho condiviso il film con le studentesse perché confido che la sua forza espressiva possa far mancare per un attimo il fiato; possa far venire la voglia di andare a visitare "dialogo nel buio" ( http://www.dialogonelbuio.geno...